Lipari, 4 fratelli disabili disperati: “Cura con staminali o eutanasia”.

In casa Biviano a Lipari le giornate trascorrono lentamente, tutte uguali, tutte con il medesimo obiettivo: sopravvivere. Per Palmina, Elena, Sandro e Marco ogni momento vissuto insieme è prezioso, perché il loro presente è una lotta quotidiana ed il futuro un’incognita che fa paura.
Quattro fratelli uniti dallo stesso tragico destino, la distrofia muscolare facio-scapolo-omerale.

Una patologia terribile che disintegra i muscoli e con la quale devono fare i conti sin dalla nascita.
Palmina, Elena, Sandro e Marco hanno 41, 36, 35 e 31 anni. Tutti e quattro vivono su una sedia a rotelle – Elena è anche attaccata ad un respiratore – con la consapevolezza di avere una malattia progressiva e gravissima. La stessa che ha portato loro via il papà quando ancora erano piccoli e lo zio.

Era il 1980 e ai fratelli Biviano, prima a Genova e poi a Milano, viene diagnosticato il male che li affligge. Poco dopo nasce Marco, ha la stessa patologia anche lui.
Eppure questi ragazzi sono cresciuti cercando, sino a quando è stato possibile, di condurre una vita normale. Credendo e sperando, tra innumerevoli corsie di ospedale, che i progressi della scienza avrebbero prima o poi trovato la soluzione alla distrofia muscolare.Tutte le terapie tentate si sono rivelate vane, per loro non c’è alcuna prospettiva se non la morte, che nei soggetti distrofici spesso è determinata da una grave crisi respiratoria.

Un giorno, navigando in internet, Sandro viene a conoscenza del metodo Stamina del professore Davide Vannoni. Per i fratelli Biviano si apre la porta della speranza: forse quelle staminali mesenchimali tanto controverse ed osteggiate dalle istituzioni potrebbero guarirli.

Ma Palmina, Elena, Sandro e Marco non sanno ancora se potranno sottoporsi alla cura.
E nell’attesa che lo Stato decida per loro, lanciano tramite un video che sta facendo il giro del web e che vi riproponiamo, il proprio disperato appello: “Fateci curare con le staminali o ci recheremo all’estero per sottoporci all’eutanasia”.

Il 15 maggio la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato un emendamento al decreto Balduzzi che autorizza la sperimentazione a base di staminali ma solo sotto controllo dell’Aifa e dell’Istituto superiore di Sanità.
Per i malati e le associazioni che si battono per le cure con staminali, quanto stabilito dalla Camera diminuisce la quantità di pazienti che si potranno curare. Poco chiaro inoltre, il criterio di ‘selezione’ degli ammessi ad infusione di staminali. Secondo quali parametri di valutazione verranno scelti? Come se non bastasse, le staminali di cui parla il ddl sono quelle trattate nei laboratori Gmp (good manifacturing practicies, ndr) che non sono quelle di Stamina. Ed i laboratori citati nel decreto devono disporre di requisiti tecnici e metodologici non previsti dal protocollo Stamina.

Per chi spera nelle staminali come unica opportunità terapeutica, l’incertezza su quanto accadrà procede a braccetto con il timore di non riuscire ad accedere alle cure.
Una condizione inaccettabile per chi chiede solo di vivere in modo dignitoso, come i fratelli Biviano.
“Siamo dimenticati dalle istituzioni ed emarginati dalla società – denuncia Sandro in esclusiva a BlogSicilia – se non ci permetteranno di curarci sceglieremo di morire, ma adesso. Non possiamo vivere aspettando una fine che per chi ha la nostra malattia è lenta e terrificante. Abbiamo assistito alle atroci sofferenze di nostro padre, non possiamo permettere che accada lo stesso anche a noi”.

Sandro, le cui condizioni di salute sono meno gravi rispetto a quelle dei fratelli, ci racconta la quotidianità di quattro ragazzi a cui la vita ha già tolto tanto. Ad occuparsi di loro è mamma Provvidenza, che dopo aver assistito per anni il marito adesso deve prendersi cura dei suoi figli, diventando le gambe e le braccia che loro non possono più muovere e i sorrisi che faticano ad accennare per via dei muscoli paralizzati.

“Se non avessimo nostra madre – racconta Sandro – saremmo morti già da un pezzo. Ma da sola non può continuare a provvedere a tutte le nostre esigenze. La nostra vita è terribile ma anche la sua. Tra noi fratelli ci siamo confidati di aver pensato che sarebbe meglio morire”.
Come spesso accade, le istituzioni sono assenti all’appello. Malgrado la gravità della loro condizione, ai fratelli Biviano non è stata concessa alcuna assistenza domiciliare.

“Abbiamo chiesto al Comune – continua Sandro Biviano – di mandarci qualche ora al giorno a casa un’infermiera o un’operatrice sanitaria che potesse aiutare nostra madre ad accudirci dal momento che non siamo autonomi in nulla. Soltanto promesse, nessuno ci ha mai ascoltato davvero. Non è mai venuta neanche un’assistente sociale per capire in che condizioni viviamo”.

Per Palmina, Elena, Sandro e Marco la normalità è un ricordo lontano. La loro vita si svolge soltanto tra le pareti domestiche, troppo complicato uscire da casa.
Avevano anche chiesto al Comune la donazione di un pulmino che permettesse loro di spostarsi tutti insieme “ci piacerebbe tanto – racconta ancora Sandro – fare un giro dell’isola, semplicemente per andare a prendere un po’ d’aria ma nemmeno questo ci è consentito”. Promesse anche stavolta perché il pulmino non è mai arrivato.

A volte anche nei piccoli centri, la solidarietà rimane solo una parola.
“Gli altri ci hanno sempre fatto sentire anormali – dice Sandro – guardandoci con sospetto o con compassione. In Paese tutti sanno che siamo quattro fratelli disabili ma nessuno viene mai a trovarci, a nessuno interessa sapere se siamo vivi o morti”.
La preoccupazione più grande adesso è Elena. Data la sua scarsissima capacità respiratoria, anche una banale influenza potrebbe portarla via. E come se non bastasse, all’isolamento personale corrisponde quello geografico. A Lipari non c’è alcun ospedale ed in caso di emergenza bisogna aspettare l’arrivo dell’elisoccorso da Milazzo.
Per chi sta male, aumenta la paura e la vita appare ancora più appesa a un filo.

I fratelli Biviano ripongono tutte le loro speranze in Davide Vannoni, presidente di Stamina, e Marino Andolina, l’immunologo triestino pioniere del trapianto di staminali adulte in Italia e specializzato nel metodo Stamina. Saranno loro a seguire Palmina, Elena, Sandro e Marco nell’iter della lotta per le cure.

Dopo anni di silenzio e disperazione, i quattro ragazzi hanno trovato sostegno nella onlus catanese Sicilia Risvegli presieduta da Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, morto nel febbraio scorso in attesa che un giudice gli concedesse di curarsi con le staminali e Mauro Merlino, collaboratore dell’associazione.

“Vogliamo essere curati da Vannoni e Andolina – conclude Sandro – non ce la facciamo più ad andare avanti così, siamo stanchi e non è possibile che debba essere un giudice o lo Stato a decidere per la vita di altri. Vogliamo solo che ci venga data una possibilità. È un diritto che non può essere negato a nessuno”.

Il video integrale dell’appello di Sandro e dei suoi fratelli verrà trasmesso domani pomeriggio alle 18 a Grottammare (Ap) in occasione della conferenza stampa di presentazione del Movimento Vite Sospese che raccoglie i pazienti e le associazioni che chiedono che le cure con staminali mesenchimali vengano concesse a chiunque ne faccia richiesta.

Link Originale: http://messina.blogsicilia.it/lipari-4-fratelli-disabili-disperati-cura-con-staminali-o-eutanasia/187559/

Questa violenza non fa notizia?

Candidato di CasaPound aggredito
Colpi di casco sull’auto di Di Stefano

Iannone, leader dell’associazione di estrema destra: Simone Di Stefano, in corsa per il Campidoglio “è stato assalito con caschi e manici mentre era fermo a un incrocio”

casapound“Aggredito il candidato sindaco di Roma di CasaPound Simone Di Stefano”. Lo denuncia in un comunicato lo stesso movimento di estrema destra. “Di Stefano aveva appena terminato un incontro elettorale al quartiere Statuario, in VII Municipio, e si trovava in auto su via Taurianova diretto verso il centro – si legge nella nota -, quando all’altezza di un incrocio la vettura, ferma al semaforo, è stata assaltata da alcune persone con caschi e manici di piccone che sono riusciti anche a colpire al volto il militante di Cpi alla guida, che è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari”.

“Si tratta di un episodio gravissimo, tanto più perché a Di Stefano è stata tesa una vera e propria imboscata – afferma il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone -. Non c’è dubbio infatti che quello di questo pomeriggio sia stato un agguato preordinato. Un gesto insensato e vigliacco che colpisce chi, nel rispetto delle regole democratiche, si è candidato a sindaco di Roma e che, anche per questo, esige una risposta immediata delle istituzioni e la solidarietà incondizionata degli altri candidati”

Link Originale: http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/05/17/news/candidato_di_casapound_aggredito_la_denuncia_dal_movimento-59034126/

Ue: fuorilegge i piccoli orti. Vietato autoprodursi il cibo.

Una nuova legge proposta dalla Commissione europea renderebbe fuorilegge i piccoli ortaggi i cui semi non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da un nuova agenzia europea. Le persone che coltivano zucchine o altri prodotti sul balcone o in cortile sarebbero considerati fuorilegge.

Coltivate ortaggi nel giardino o sul balcone? Tra poco potreste essere considerati fuorilegge. La Commissione europea ha infatti proposta una legge per rendere illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” semi di ortaggi che non siano stati “analizzati, approvati e accettati” dalla nuova Agenzia delle Varietà Vegetali europee. La proposta di legge si chiama Plant reproductive Material law e la sola possibilità che entri in vigore ha fatto gridare allo scandalo. Sì, perché secondo molti questa sarebbe un grande regalo fatto ai grandi produttori di sementi, come la Montanto. A riportare la notizia è l’associazione Libre, che la riprende da Mike Adams, Health Ranger Editor di NaturalNews.com. “Se un contadino della domenica – scrive Libe – coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale.

REGALO A MONSANTO E DUPONT

Questa legge, protesta Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”, intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala”. “Come qualcuno potrà sospettare – afferma Mike Adams su Natural News – questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta». Di fatto, spiega lo stesso Adams, ai sensi della nuova normativa comunitaria, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge. “Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale”. Inoltre, spiega Gabel, questa legge “uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea” avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.

TASSA PER LA BUROCRAZIA

“Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo – protesta Ben Gabel -. Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono. Inoltre – aggiunge Gabel -, è molto preoccupante che si siano dati poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo e per sempre, non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori, qualsiasi cosa, senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al voto del Consiglio. “Tutti i governi sono ovviamente entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti – rincara la dose Adams -. Tanto più che i piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi”.

Link Originale: http://www.net1news.org/cronaca/crisi/ue-fuorilegge-piccoli-orti-vietato-autoprodursi-cibo.html

Solo per i deputati riconosciute (e rimborsate) le coppie gay. Ennesimo privilegio.

L’assistenza sanitaria alle coppie gay è tutelata, ma solo se sei un deputato.

Non era mai accaduto. L’Ufficio di presidenza della Camera ha riconosciuto le coppie omosessuali per i deputati, per quanto concerne il diritto all’assistenza sanitaria. La decisione è avvenuta dopo la richiesta del Pd Ivan Scalfarotto di poter estendere l’assistenza integrativa al suo compagno.

Nella precedente legislatura ci aveva provato, invano, l’ex deputata del Pd, Paola Concia.

In pratica, viene esteso – previo pagamento di una quota – l’assistenza sanitaria integrativa anche al partner dello stesso sesso, così come avviene per tutti gli altri paralmentari (sia sposati che conviventi).

Soddisfazione esprime la comunità omosessuale. Per Nichi Vendola, presidente di Sel, “questo non deve essere un privilegio per pochi, ma un diritto che spetta a tutti gli italiani”. Di fatto, però, ad oggi, si tratta dell’ennesimo vantaggio a uso e consumo dei soli parlamentari!

Nelle votazioni dell’ufficio di presidenza, la Lega ha votato contro. Astenuto il M5S: “Il nostro voto non è stato contro i gay, ma contro un privilegio che sarebbe stato solo di palazzo. Anzi, noi siamo a favore dei matrimoni gay” ha detto la portavoce Roberta Lombardi.

Link Originale: http://www.laleggepertutti.it/29738_solo-per-i-deputati-riconosciute-e-rimborsate-le-coppie-gay-ennesimo-privilegio

Spero che le sorti del mondo non dipenderanno mai da queste bimbeminkia.

Attentato di Boston: Dzhokhar Tsarnaev è l’idolo delle teenager americane

Su Facebook e Twitter dichiarazioni d’amore per uno dei due sospetti attentatori della maratona.

Dzhokhar Tsarnaev come Justin Bieber. Per le teenager americane sì, anche se il primo è uno dei due attentatori della maratona di Boston. La sua pagina di Facebook è stata invasa dalle ragazze statunitensi che lo definiscono “bello e affascinante”. Su Twitter, non sono poche quelle che si dicono innamorate e che lo vogliono libero al più presto.

Il 25 aprile, quindi ad appena dieci giorni dalle bombe di Boston, è stato creato l’account Twiter “FreeJahar97”. Sul primo tweet si legge: “Qualcun altro là fuori crede che Jahar sia innocente e debba essere liberato?”. Una ragazza risponde che sta pensando di diventare musulmana per essergli più vicina.

Su Fb è nato il gruppo “Dzhokhar Tsarnaev è innocente” e ci sono già 8mila persone che hanno cliccato “mi piace”. Di tutto altro avviso altri americani, che considerano indelicate queste manifestazioni di affetto per uno dei due sospetti attentatori. Per non dire offensive.

Tornando ai tweet, Tsarnaev5ever scrive: “Jahar diventerà pazzo in quella cella tutto solo, con l’unica compagnia di un libro… Voglio spedirgli dei soldi. Qualcuno ha l’indirizzo?”. E ancora: “Povero Jahar… Ha solo 19 anni. Nessuno merita di stare in uno spazio di dieci metri per dieci. Nessuno”. Shadowlilly1993 posta il messaggio:“Giudicatemi come volete. Io sto dalla sua parte. Questo ragazzo ha bisogno che altri stiano con lui. Spero di conoscerlo un giorno. Lui mi affascina”. Una ragazzina scrive che sarebbe disposta a scappare di casa per incontrare il giovane.

L’amore è cieco. Un agente federale di Washington risponde così a tutte queste dimostrazioni d’affetto: “Che massa incredibile di imbecilli. Questi cretini renderanno tutto il lavoro più difficile al Paese. Gli Stati Uniti faranno molta più fatica a rimarginare la ferita”. 

 

Link Originale: http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2013/05/attentato-di-boston-dzhokhar-tsarnaev-e-lidolo-delle-teenager-americane.html

Altra Fonte: http://notizie.virgilio.it/esteri/boston-attentatore-impazzire-teenager-messaggi.html

Ritiratevi!

Quando gli eletti del M5S andarono tutti insieme a pranzo in campagna c’erano giornalisti, telecamere, televisioni, oltre che inseguitori di pullman fittati a proprie spese.
“Come mai non sarete in streaming?” chiedevano.
E stavano andando a conoscersi per la prima volta, a spese loro, a pranzo fuori.

Ora che il governo Letta va in Umbria in questa abbazia di cui, ormai, si parla da tempo, nessuno ha nulla da dire?
Non chiedete lo streaming?
Non chiedete cosa ci vanno a fare?
Non chiedete chi paga viaggi e spese?
Non vi mettere neanche ad inseguire le loro auto blu?

Voi sì che siete giornalisti d’assalto e d’avanguardia.

Provinciale o Inter-Provinciale?

« Lunedì, 13 maggio 2013, dalle ore 09.00 alle ore 13.00, sciopero provinciale del Trasporto Pubblico locale. »

A me verrebbe da pensare che se devo spostarmi da Grottaminarda (AV) ad Avellino (AV) potrò incontrare delle difficoltà, ma da Avellino (AV) a Fisciano (SA), non facendo parte della stessa provincia, dovrebbero esserci almeno delle corse garantite.

Invece non è stato così.

Allegato – Avviso 339 – A.Ir. S.p.A.

I am Italian and I cannot keep calm

italian

Chi sarebbe “miserabile”?

La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggio

La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggio

E Finocchiaro ci ricasca alla Sma

In un supermercato di Roma la senatrice ha usato la scorta per farsi imbustare e pesare la spesa. Gli agenti hanno impedito ai passanti di fare foto. Un’incredibile recidiva, dopo il caso Ikea.

Bollò come «miserabile» l’attacco di Matteo Renzi che l’aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all’Ikea con il carrello umano».

Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all’abitudine al carrello umano non ha rinunciato.

Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l’idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.

Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio.

E’ accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall’abitazione della ex magistrato catanese.

Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell’andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.

Graziosi, nell’aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l’occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio “che sta facendo, lei?”.

S’è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all’Ikea e l’esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.

Link Originale: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-finocchiaro-ci-ricasca-alla-sma/2206703