Questo si fa in Italia anziché pensare ai problemi del Popolo.

La legge del Pd per far fuori il Movimento 5 Stelle

Il Partito Democratico ha presentato una legge per vietare ai movimenti senza personalità guiridica e senza statuto pubblicato di partecipare alle elezioni. Un attacco frontale al Movimento 5 Stelle, che con una legge del genere non avrebbe potuto correre alle scorse elezioni.

ROMA – Una legge che, se approvata, metterebbe in seria difficoltà il Movimento 5 Stelle. Potrebbe costringerlo a non presentarsi alle prossime elezioni o, quantomeno, a cambiare fortemente i suoi meccanismi interni. E’ quella appena presentata al Senato dal Partito Democratico. A firmare il disegno di legge sono Luigi Zanda e Anna Finocchiaro. Ma cosa dice, concretamente, questa legge? Che i movimenti senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale non possono partecipare alle elezioni e devono rinunciare ad ogni finanziamento pubblico. Il Movimento 5 Stelle, con il suo “non statuto” sarebbe quindi impresentabile. La creatura di Beppe Grillo dovrebbe quindi darsi uno statuto ufficiale e questo metterebbe in discussione gli aspetti interni del movimento.

Sarebbe questo, quindi, il vero obiettivo del disegno di legge. Il tentativo di“normalizzare” per legge il Movimento guidato da Beppe Grillo. Chiedergli di dotarsi di regole interne per quanto riguarda l’elezione degli organi dirigenti, del controllo interno e della revisione dei conti. “L’interpretazione secondo la quale il Pd avrebbe presentato la legge per bloccare e andare contro i movimenti – si legge in una nota – è una forzatura deformante, che finisce per diventare una operazione di disinformazione. Non si tratta di norme per chiudere la partecipazione. Al contrario, la legge serve per garantire la trasparenza della vita interna dei partiti e la stessa partecipazione”. Facile immaginare la rabbia che il provvedimento scatenerà tra i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. Su twitter, però, c’è anche chi si chiede cosa ci sia di male a chiedere maggiore trasparenza e democraticità all’interno delle forze che si candidano in parlamento. Anche all’interno del M5S.

 

Link Originale: http://www.net1news.org/elezioni/legge-del-pd-per-far-fuori-movimento-5-stelle.html

Chi sarebbe “miserabile”?

La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggio

La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggio

E Finocchiaro ci ricasca alla Sma

In un supermercato di Roma la senatrice ha usato la scorta per farsi imbustare e pesare la spesa. Gli agenti hanno impedito ai passanti di fare foto. Un’incredibile recidiva, dopo il caso Ikea.

Bollò come «miserabile» l’attacco di Matteo Renzi che l’aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all’Ikea con il carrello umano».

Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all’abitudine al carrello umano non ha rinunciato.

Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l’idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.

Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio.

E’ accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall’abitazione della ex magistrato catanese.

Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell’andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.

Graziosi, nell’aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l’occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio “che sta facendo, lei?”.

S’è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all’Ikea e l’esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.

Link Originale: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-finocchiaro-ci-ricasca-alla-sma/2206703

La bufala di Repubblica sulla presunta ingordigia dei 5 stelle che vorrebbero tutta la diaria.

Roberto-Fico
“La repubblica” continua ad occuparsi del nulla.

Prende pezzi sparsi dal forum interno e privato dei parlamentari del movimento cinque stelle, decontestualizza i ragionamenti, costruisce titoli per screditare il movimento e per mettere noi parlamentari contro Beppe Grillo e viceversa.

Gioco vecchio e che non funziona.
L’onestà intellettuale vorrebbe prima di tutto che si raccontasse il grande risparmio che si ha con i parlamentari del movimento partendo dai 42 milioni di euro di rimborsi elettorali non presi perché non voluti e poi la rinuncia all’assegno di fine mandato, circa 30 mila euro a parlamentare, la riduzione del 50% dell’indennità e in più la rendicontazione on-line di tutte le spese sostenute.

Questa è la notizia in un parlamento in cui nessuno rinuncia mai a niente.

I ragionamenti estrapolati chissà come dal nostro forum e costruiti ad arte per fare un bel titolo li lasciamo appunto a “la repubblica”.

Invitiamo tutti gli altri parlamentari a seguire il nostro grande esempio.
Roberto Fico
P.S. Giusto così: noi rinunciamo anche alle doppie indennità di carica vedi Luigi Di Maio, Claudia Mannino, Ricardo Fraccaro.

Fonte: ITALIA in crisi